Una persona semplice...
Anche io come tanti altri, sono stato colpito dalla "Leucemia"...
Vorrei poter esprimere ciò che sta crescendo nel mio cuore, ma è difficile trovare
le parole. Oggigiorno si tende a vivere secondo modalità che ignorano, o quanto
meno, trascurano i veri valori della vita.
Gran parte della realtà odierna è attratta dalla superficialità;
è sorda e incapace di rispondere positivamente alle molte esigenze della quotidianità,
come i richiami alla solidarietà. Per un sano sviluppo della società e della
persona occorrono buone intenzioni e gesti d’umanità.
Nei nostri cuori c’è la sorgente d’amore che ci fa guardare al malato in tutta
la sua umanità, cioè come a un tesoro da accogliere e da cui possiamo ricevere
molto più di quanto diamo.
Così anche io, mentre ero gravemente malato, sono stato accolto.
Nasco come una persona semplice, vivo un’apparente naturalezza unita alla spensieratezza
dei miei anni.
Una persona normale... speciale per le persone che mi circondano e che mi amano.
Inaspettatamente e sfortunatamente, così come una pallina che ruotando su una
roulette si va a collocare sul numero seguente a quello da me giocato, la
leucemia si insidia in me!
Sono sopraffatto, affranto, stupito... perché proprio a me?
Ho davanti a me solo due scelte: abbandonarmi al male e quindi assuefarmi a esso,
oppure reagire e combattere a denti serrati.
La mia vita diventa un cruento scontro, una finale di calcio.
E’ un altalenarsi di presunti vantaggi, pareggi e a volte effimere sconfitte.
Ma io ci sono, non scappo, l’affronto e controribbatto con decisione.
Sono trascorsi venti anni e io sono qui!
La malattia non ha compromesso la qualità della mia vita. Tuttavia la sua presenza ha modificato radicalmente il mio modo di vivere la vita, perché mi ha consentito di apprezzare un mondo che non conoscevo, che non immaginavo.
La malattia mi si è presentata come un angelo custode che mi ha permesso, e che
mi permette tuttora, di vivere con più saggezza e serenità ogni prezioso
giorno.
Certo, curarsi e aspettare finché la malattia regredisca è abbastanza frustrante,
ma da subito ho deciso di rimanere a galla e di non affondare.
Ho combattuto la malattia!
Non so se dovrò ancora combatterla, ma sono qui pronto a ogni evento.
Intanto ho costituito “Marameo”, un’associazione che ha come scopo quello di incoraggiare le persone a combattere
la malattia, di favorire la solidarietà sociale ai malati affetti dalle malattie nel campo delle leucemie e delle altre emopatie, di promuovere e sostenere
la ricerca, di sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta
contro le malattie ematologiche.
Voglio che “Marameo” promuova e sostenga un’importante realtà nazionale, presieduta dal Prof.
Mandelli, che è l’A.I.L. - Associazione Italiana contro le Leucemie,
Linfomi e Mieloma.
E poi voglio aiutare l’Ospedale che mi ha curato e che ancora mi cura: Ematologia
del Policlinico Umberto I di Roma.
Il mio scopo è portare un senso e una speranza laddove sembra esserci cupa disperazione.
Ho capito durante la malattia, che della vita non si deve buttare via
nulla.
Ogni momento infatti, anche quello in cui la sofferenza sembra oscurare l’orizzonte,
anche il gesto più banale contiene una grazia, perché è l’occasione per compiere
un passo verso la pienezza della nostra vita.
Non so cosa mi riserva la vita, ma so che ce la metterò tutta per dar filo da
torcere alla malattia.
Oggi dico che una persona può, anzi deve, se colpita da leucemia, scendere
in campo decisa a vincere.
Si è la vittoria che conta, basta crederlo!
Una persona come te...
Giuseppe Bifulco